Quando si discute – come si fa in questo libro – d’innovazione in Toscana non si sfugge all’impressione che il binomio “innovazione e Toscana” ponga in relazione due termini mutuamente incompatibili. In effetti, nonostante le ottime prestazioni fornite anche nelle congiunture più avverse, il sistema toscano non ha mai espresso una spiccata attitudine all’innovazione (soprattutto di prodotto).
E tuttavia questo sistema la sua – specialissima – innovazione l’ha generata, un’innovazione a suo modo rivoluzionaria: quella delle forme organizzative del processo produttivo per sistemi territoriali di piccole e piccolissime imprese, saldamente incastonate nella società e nella cultura di un ambiente locale, secondo il modello del distretto industriale.
I saggi di questo volume sviscerano i nessi tra il peculiare sistema produttivo toscano e la sua (apparente) riluttanza all’innovazione per scoprirne le radici e delineare un possibile sentiero evolutivo dello sviluppo regionale incardinato sui processi innovativi.
Il volume, dopo l’introduzione di G. Bianchi, che ripercorre l’evoluzione delle politiche regionali dell’innovazione nei vari cicli dello sviluppo toscano, prosegue coi contributi di A. Cavalieri, che presenta i profili essenziali dell’interpretazione
dello sviluppo regionale come “sistema di sistemi”, e di M. Grassi, che approfondisce in chiave macroeconomica la dinamica della struttura industriale toscana.
A. Bonaccorsi ne analizza, invece, l’evoluzione alla luce di due modelli di crescita, omogenea e differenziata. A. Piccaluga e M. Lazzeroni focalizzanoo l’analisi sui settori ad alta tecnologia. F. Pasquini conclude la parte analitica del volume con uno scrutinio del rapporto fra politica industriale e servizi alle imprese.
I saggi successivi sono più policy-oriented: N. Bellini prospetta i termini essenziali di una politica industriale a scala regionale, mentre F. Pammolli esamina le connessioni fra ricerca e industria. Il saggio di F. Bortolotti, che chiude il volume,
inquadra i processi innovativi nel quadro dei modelli di regolazione sociale.
La diversità di tematiche e approcci dei contributi qui raccolti non impedisce di coglierne la sostanziale convergenza su tre assunti, che li saldano logicamente:
• l’economia e la società della Toscana hanno intrapreso un processo di trasformazione in cui gli elementi di discontinuità predominano su quelli di continuità, richiedendo perciò politiche innovative;
• l’asse delle politiche regionali di sviluppo non può essere diverso da quello dei processi innovativi (non riducibili solo a quelli tecnologici);
• la Toscana possiede le risorse per affrontare con successo quest’impegnativa sfida, purché soccorrano politiche appropriate e comportamenti coerenti.

Autore: a cura di Giuliano Bianchi