Nello studio del mondo cooperativo le ricerche hanno finora privilegiato gli aspetti storico-giuridici. L’evoluzione dei valori che influenzano le scelte manageriali, sottoposti alla sfida della globalizzazione e della crisi, che radicalizzano la competizione di mercato, è rimasta in ombra. Per colmare questo vuoto, Legacoop Toscana ha affidato all’IRPET una ricerca che ha preso in esame i percorsi, la visione del mondo, le strategie dei dirigenti delle imprese aderenti a Legacoop. L’indagine ha in particolare voluto rispondere agli interrogativi che seguono: il polo valoriale mutualistico e quello dell’efficienza produttiva e della competitività sono oggi in una relazione di equilibrio o vanno incontro a nuove tensioni? Il ricambio generazionale accresce il distacco dalle ideologie cooperative dalle culture di origine? Quali sono, secondo i dirigenti delle imprese associate a Legacoop, i punti di forza e di debolezza dell’attuale modello cooperativo? Sono state attuate due indagini collegate fra loro: la prima, curata dall’Ufficio Studi di Legacoop, ha registrato la presenza di dirigenti e quadri negli organici delle 95 imprese aderenti a Legacoop che nel 2010 avevano un fatturato superiore a 5 milioni di euro; la seconda, curata da IRPET, si è basata su 40 interviste in profondità ad altrettanti dirigenti, selezionati in modo da riflettere quest’universo. I risultati mettono in luce alcuni punti di forza importanti sotto l’aspetto organizzativo: la frequente crescita dimensionale ottenuta attraverso fusioni e acquisizioni, la forza delle reti fra imprese, l’introduzione nelle cooperative di maggiore dimensione della separazione tra gestione e controllo, di una crescente specializzazione delle competenze direttive, della scelta divisionale. Emerge inoltre per la sua efficacia, anche sul versante gestionale, il coinvolgimento dei soci sia nelle scelte produttive sia in quelle etiche e valoriali, che agli occhi dei dirigenti intervistati mantengono ancora un buon equilibrio. Un punto su cui concentrare la riflessione critica è la convinzione dei dirigenti che proprio quest’equilibrio fra valori mutualistici e valori di mercato possa essere riprodotto solo riproducendo un modello formativo basato su una lunga esperienza on the job nel mondo dell’impresa cooperativa. Integrare questi percorsi con nuove figure formate sul mercato o nelle istituzioni formative esterne, per creare una cultura manageriale più aperta e ricca, appare tuttavia come un aspetto strategico dell’azione di Legacoop. La ricerca mette infine in evidenza il ruolo affidato dai dirigenti a Legacoop sia nella costruzione di reti più ampie, sia nel legittimare le imprese cooperative nella sfera pubblica, sia nel rappresentarne gli interessi.

Autore: Alessandra Pescarolo, Francesco Fratto, Fiorella Imprenti