Tra i motivi di preoccupazione sullo stato di salute del nostro paese, quello relativo alla condizione dei giovani risulta particolarmente grave. Forse il più grave. Per l’intensità con cui esso si manifesta, ma anche perché i giovani rappresentano, soprattutto nelle società a rapido invecchiamento come la nostra, lo specchio futuro del paese. E l’immagine che lo specchio riflette, suscita inevitabilmente preoccupazione per le prospettive dei nostri figli.
I giovani sono oggi una risorsa rara, perché la popolazione giovanile si è ridotta in modo consistente negli ultimi venti anni, ma sono anche una risorsa sprecata in quanto spesso confinata ai margini della vita economica, politica e sociale delle nostre comunità. Lo squilibrio generazionale è peraltro superiore a quello osservato nel resto d’Europa ed è andato aggravandosi pericolosamente nel corso della crisi economica: se i costi della congiuntura hanno ovunque penalizzato maggiormente i giovani, da noi è come se avessero bloccato l’ingresso alla vita adulta di una intera generazione di ventenni e trentenni.
Dunque, cosa fare? Dopo aver illustrato le condizioni di vita dei giovani e i principali elementi di iniquità generazionale, il rapporto si concentra sui due nodi critici del lungo percorso verso l’inserimento occupazionale: il ruolo dell’asse formativo nel facilitare il passaggio dall’istruzione al mondo del lavoro e il ruolo, in termini di incentivi all’attivazione e di tutele, che svolgono le politiche attive e passive del lavoro.
Molti passi avanti sono stati compiuti negli ultimi anni, ma se è vero che da noi le difficoltà dei giovani sono maggiori che altrove, è altrettanto vero che molto si può ancora fare: tanto nel campo delle politiche per la formazione, quanto in quelle per l’attivazione al mondo del lavoro. Su entrambi i fronti il Rapporto fornisce indicazioni analitiche e suggerimenti di azione, anche attraverso la disamina delle principali esperienze internazionali. D’altronde, se quella dei giovani deve diventare una priorità nazionale, come indicato nelle strategie Europa 2020 nell’ambito del progetto di una crescita intelligente, sostenibile e solidale, le politiche formative e quelle per l’attivazione del lavoro giocheranno necessariamente un ruolo decisivo nei prossimi anni.

La ricerca è realizzata nell’ambito del Fondo sociale Europeo Programma Operativo della Toscana

Servizi di ricerca

Autore: Nicola Sciclone in collaborazione con Gabriele Ballarino, Elena Cappellini, Enrico Conti, Silvia Duranti, Valentina Patacchini, Letizia Ravagli e PromoPa