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Dopo avere delineato il quadro delle trasformazioni economiche dei tre settori considerati, lo studio si concentra sui risultati di un’indagine condotta su 800 imprese, che analizza la differenza fra gli assetti proprietari, dal punto di vista della presenza della famiglia o di soci non parenti, e evidenzia il ruolo nella governance di dirigenti e manager. Vi è inoltre un approfondimento sulle prospettive del ricambio generazionale, sulla probabilità che i figli entrino in azienda, sui mestieri che fanno se lavorano altrove. Emerge dai risultati il diverso significato della presenza della famiglia nelle tre realtà studiate. Le imprese del vino sono quasi sempre familiari, ma operano al loro interno seconde generazioni motivate, che si identificano con la figura dell’imprenditore e con stili di gestione innovativi. Nel tessile la crisi ha un peso differenziato sulle imprese, e mentre le piccole aziende familiari sono esposte al una forte selezione, e al disincanto delle giovani generazioni, migliore è la performance di quelle che si sono sottratte, con il ricambio, a un completo processo di “rifamilizzazione”, mettendo insieme le risorse di più famiglie fondatrici, crescendo, coinvolgendo figure di dirigente nei vertici aziendali. Nelle imprese dell’alta e media tecnologia, infine, la presenza della famiglia non è irrilevante, ma le migliori performances appartengono alle imprese composte di soci non parenti.



Autore: Coordinato da Alessandra Pescarolo e svolto in collaborazione di Gabriele Mazzantini, Barbara Imbergamo, Stefano Rosignoli, Valentina Patacchini, Franco Bortolotti, Marco Batazzi, Enrico Fabbri, Stefano Cuomo e Annalisa Norcini

Committente: Regione Toscana - Direzione Generale Politiche Formative, Beni e Attività Culturali - Settore Lavoro