La tutela dei bisogni delle persone non autosufficienti rappresenta ormai da alcuni decenni una delle sfide più rilevanti delle società sviluppate.
L’aumento della domanda di prestazioni assistenziali -causato dal progressivo invecchiamento della popolazione e dalla sempre più ridotta possibilità della famiglia di assistere integralmente il soggetto dipendente- esercita una pressione crescente sui servizi pubblici e sul mercato delle collaborazioni domestiche. La Toscana, così come l’Italia nel suo complesso, non solo non fa eccezione a questa tendenza generale ma rappresenta uno dei contesti in cui questo fenomeno è più evidente.
La pubblica amministrazione è pertanto chiamata a coniugare l’erogazione di un volume crescente di prestazioni con la sostenibilità finanziaria del modello di welfare adottato. Al contempo è diventato necessario anche regolamentare in modo opportuno un mercato come quello delle badanti, che, pur nascendo spontaneamente, ha raggiunto in breve tempo una larghissima diffusione fra le famiglie italiane.
Questa ricerca si fonda sui risultati di un’indagine diretta effettuata presso le famiglie residenti nella Società della Salute di Empoli, che in Toscana costituisce una realtà all’avanguardia nell’assistenza alla non autosufficienza. Dall’analisi del caso empolese emerge chiaramente che i servizi pubblici sono ancora troppo poco estesi ed incisivi per soddisfare i bisogni assistenziali dei non autosufficienti, che continuano ad essere accuditi in larga parte dagli stessi familiari. In questo contesto, l’assistenza fornita dai collaboratori domestici rappresenta una soluzione attraente per le famiglie, le quali spesso finiscono per alimentare il florido mercato informale dell’assistenza privata a domicilio.
Gli aspetti problematici individuati da questo studio trovano le loro principali spiegazioni nell’ormai cronica impasse della riforma nazionale del settore dell’assistenza ai disabili e nella generale scarsità delle risorse finanziarie disponibili. Nonostante queste difficoltà, alcune Regioni come la Toscana hanno recentemente avviato specifiche politiche d’intervento -spesso centrate sull’istituzione di un Fondo Regionale per la Non Autosufficienza- che si auspica possano rappresentare un impegno duraturo per la creazione di un sistema capace di soddisfare efficacemente i bisogni di tutti i non autosufficienti e dei loro familiari.

Autore: a cura di Filippo Tosi (IRPET)