Negli anni della crisi il mercato del lavoro toscano ha manifestato una notevole capacità di adattamento alle difficoltà imposte dalla recente crisi, accettando una minore produttività del lavoro e attingendo ampiamente alla Cassa Integrazione, che ha consentito di preservare un numero rilevante di posti di lavoro.
La caduta dell’occupazione (-18mila unità), infatti, è stata in Toscana decisamente inferiore a quella che avremmo registrato qualora il ciclo occupazionale avesse seguito un andamento analogo al ciclo economico (-39mila unità). Inoltre gli ammortizzatori sociali hanno svolto un ruolo di rilievo nel fornire un reddito alternativo a coloro che hanno perso il lavoro, riducendo di quasi un terzo la caduta del reddito familiare altrimenti osservabile fra il 2008 e 2011.
Certamente, tutto questo non è avvenuto senza costi e, soprattutto, non potrà mantenersi se la crisi si prolungherà ancora a lungo, come oggi si comincia a temere: le prospettive a medio termine indicano, anche nello scenario più favorevole, un peggioramento sia dell’occupazione che della disoccupazione per il 2012.
Il potenziale di lavoro inutilizzato resta complessivamente elevato e la debole ripresa dell’occupazione del 2011 non nasconde un progressivo deterioramento della qualità del lavoro.
Nonostante il recupero negli ultimi mesi, il saldo delle posizioni perse nel comparto industriale mostra ancora un segno negativo: oggi la quota di occupati nell’industria è pari al 19%, mentre era quasi il 30% agli inizi del millennio.
Sotto il profilo sociale, a fare le spese della crisi sono stati soprattutto i giovani, il cui tasso di disoccupazione è oggi al 25%, dieci punti sopra il livello osservato appena 3 anni fa. A ciò si aggiunga che, anche tra chi lavora, i giovani sono spesso sotto inquadrati, cresce il differenziale salariale rispetto ai lavoratori adulti e si conferma la sovra-rappresentazione nei lavori a termine, a cui spesso corrispondono scarsi strumenti di protezione sociale.
Durante gli anni di crisi, infatti, si assiste alla sostituzione dei contratti più strutturati con quelli maggiormente instabili, lasciando intravedere una domanda di lavoro sempre più indirizzata alla ricerca di flessibilità e poco disposta all’investimento di medio o lungo termine.
Molti i dati analizzati nel Rapporto, che propone una lettura articolata dei fenomeni che stanno attraversando il mercato del lavoro toscano, collocando i processi di natura congiunturale all’interno di uno scenario di medio-lungo periodo.

La ricerca è realizzata nell’ambito del Fondo sociale Europeo Programma Operativo della Toscana

Servizi di ricerca

Autore: Coordinamento di Nicola Sciclone.
Gruppo di lavoro: Elena Cappellini, Silvia Duranti, Leonardo Ghezzi, Donatella Marinari, Sergio Pacini, Letizia Ravagli, Maria Luisa Maitino, Stefano Rosignoli.