In questo rapporto vengono proposte una serie di indagini che offrono per ogni ambito paesaggistico un quandro sintetico del complesso di indicazioni offerte dal piano in relazione a lo stato dei vincoli, al disegno normativo del PIT-PPR in riferimento alle diverse attività economiche a cui si rivolge e infine, un corredo di dati economici distinti per attività al fine di valutarne l’andamento nel corso del tempo. E’ opportuno precisare che la variabile risultato che è stata utilizzata in questo rapporto è riferita per le diverse attività all’occupazione. In particolare vengono analizzata sia i movimenti (ovvero i saldi tra attivazioni e cessazioni di posizioni lavorative) sia la qualità del lavoro attivato in termini di durata e tipologia del contratto utilizzata. Si tratta evidentemente di un indicatore economico di assoluta rilevanza e di cui è possibile disporre, altro aspetto rilevante ai fini del monitoraggio, di informazioni relativamente recenti.

Nel ricordare che la piena efficacia del piano verrà raggiunta quando il complesso di indicazioni (prescrizioni, direttive e obiettivi di qualità) sarà traghettato all’interno della strumentazione di livello locale, è comunque possibile desumere dalla indagini svolte alcune considerazioni di sintesi.

La prima riguarda il ruolo attribuibile alla presenza di vincoli: in relazione a questo punto possiamo evidenziare come guardando all’ambito paesaggistico che mostra la quota più elevata di superficie territoriale interessata dai vincoli riferiti ai beni paesaggistici (la Lucchesia) gli indicatori relativi all’attività agricola non mostrano per la dimensione lavoro segnali di criticità, né in relazione agli aspetti più quantitativi né in relazione a quelli più qualitativi.

In merito alle attività agricole è possibile anche notare come gli andamenti evidenziati nei vari ambiti, non rivelino tendenze concordi né tra loro né in riferimento alle disposizioni del PPR lasciando presumere che l’azione del piano non sia particolarmente condizionante rispetto a questo tipo di attività, almeno in assenza di un adeguamento degli strumenti locali di governo del territorio.

Per quanto riguarda gli ambiti paesaggistici in cui ricadono i bacini estrattivi, ovvero la Lunigiana, la Garfagnana e la Versilia, e considerando per le attività estrattive gli indicatori riferiti al lavoro nei due step temporali prima e dopo l’entrata in vigore del PPR: il saldo fra cessazioni e attivazioni delle posizione lavorative nei tre ambiti rivela tre andamenti distinti nel periodo di riferimento (2009-2017) ma con una maggiore convergenza nell’ultimo triennio in particolare dopo un primo periodo (2015-2016) in cui sia in Versilia e costa apuana che nella Garfagnana prevalgono le cessazioni, nell’ultimo anno emerge una tendenza positiva. Per quanto riguarda la Lunigiana l’andamento è molto meno dinamico, anche se anche qui possiamo leggere negli ultimi anni un saldo tendenzialmente positivo.

Per le attività turistico ricettive è stato evidenziato come nei tre anni successivi all’attivazione del Piano in nessuno degli ambiti costieri si registra un decremento del numero delle posizione lavorative legate al settore turistico. Negli ambiti della Maremma dove le attività ricettive balneari sono in numero inferiore rispetto al resto della regione, è stato evidenziato un andamento essenzialmente stabile. Mentre gli altri ambiti sono stati soggetti ad un incremento del numero di addetti

cover Monitoraggio PITPPR 23.01.2019

Autore: Chiara Agnoletti, con la collaborazione di Caterina Fusi, all’interno dell’area Economia pubblica e territorio coordinata da Patrizia Lattarulo

Dicitura Bibliografica: Irpet, gennaio 2019