La valutazione di alcune misure del programma GiovaniSì

Il lavoro è stato curato da Nicola Sciclone, coordinatore dell’Area Lavoro, Istruzione, Welfare dell’IRPET. Hanno partecipato Natalia Faraoni, Maria Luisa Maitino, Marco Mariani, Donatella Marinari e Valentina Patacchini.

Giovanisì, il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani, è stato avviato nel giugno del 2011 con l’obiettivo di facilitare il percorso di transizione alla vita adulta dei giovani toscani di età compresa tra i 18 e i 40 anni.
Il programma, finanziato con fondi europei, nazionali e regionali, è articolato in una pluralità di interventi (www.giovanisi.it), alcuni di nuova implementazione mentre altri già in vigore, tutti comunemente orientati al supporto integrato dei processi di crescita e di autonomia delle giovani generazioni. Sotto il profilo organizzativo, la principale innovazione del progetto consiste nell’inquadramento delle misure sotto una unica cabina di regia, che coordina più assessorati ed ha il compito di dettare linee di indirizzo, facilitare l’interazione fra i diversi settori, pubblicizzare gli interventi e gestire l’operatività delle azioni.
Il lasso temporale che ci separa dall’avvio di Giovani Sì consente una valutazione di quali siano stati gli effetti complessivi del progetto, adottando però un approccio induttivo che parta dall’esame delle singole misure. Questa scelta origina dalla consapevolezza che le azioni finanziate da Giovani Sì, sebbene accumunate dalla volontà di agire a favore dei più giovani, si indirizzano ad una eterogeneità di beneficiari, non necessariamente sovrapponibili, interessano sfere diverse della vita quotidiana, hanno modalità di implementazioni diverse, alcune sono di natura monetaria, sostanziandosi in contributi o voucher, altri assumono la forma di una prestazione o un servizio, e ciò rende, da un lato, problematica e, dall’altro, poco significativa una valutazione macro del progetto, qualora esso sia analizzato nel suo insieme.
Alla formulazione di un giudizio complessivo su Giovani Sì è quindi preferibile giungere, per la specificità delle singole azioni, attraverso l’approfondimento dei singoli casi, per ciascuno dei quali l’obiettivo è capire cosa sia stato utile, cosa abbia funzionato meglio e cosa invece possa essere migliorato.
I casi di studio selezionati, in accordo con Regione Toscana che è il committente di questa ricerca, sono: tirocini non curriculari, formazione professionale strategica, formazione professionalizzante (iefp, its, ifts), servizio civile, start up innovative. La metodologia impiegata cambia da misura a misura, a seconda della disponibilità e della natura dei dati. Quando possibile, sono state effettuate analisi valutative volte a confrontare l’esito dei trattati (i beneficiari dell’intervento) con quello di appropriati gruppi di controllo (soggetti non esposti all’intervento, ma con caratteristiche osservabili simili ai primi); altrimenti sono state svolte analisi meramente descrittive, volte a fornire una indicazione di massima sugli esiti conseguiti dai fruitori delle misure analizzate.

Autore: A cura di Nicola Sciclone. Hanno partecipato Natalia Faraoni, Maria Luisa Maitino, Marco Mariani, Donatella Marinari e Valentina Patacchini

Dicitura Bibliografica: IRPET, 2020