Analisi economica del Comparto agricolo. Rapporto 2020

L’andamento dell’agricoltura toscana nel 2019 e prime ipotesi sugli effetti della crisi

Questo studio è stato commissionato all’IRPET da Regione Toscana – Autorità di Gestione del POR-FEASR.
Il lavoro è stato realizzato da Sara Turchetti, Simone Bertini, dirigente dell’Area Sviluppo locale, sistemi produttivi e imprese dell’IRPET (che lo ha anche coordinato), con la collaborazione di Leonardo Ghezzi, Paolo Chini, Maria Luisa Maitino, Valentina Patacchini.

Editing a cura di Elena Zangheri.

La crisi sanitaria determinata dalla pandemia da covid-19 ha messo ulteriormente sotto pressione il sistema globale di approvvigionamento alimentare, già provato dalla cosiddetta “triplice sfida”: assicurare cibo sufficiente a una popolazione mondiale in crescita (secondo le stime più recenti, entro il 2050 raggiungeremo i 10 milioni di abitanti) e la sopravvivenza ai quasi 600 milioni di agricoltori nel mondo e di farlo nel modo più sostenibile possibile (OECD, 2020a). Tutto questo senza mai mettere in discussione le abitudini di consumo, soprattutto nei paesi più avanzati, e le modalità di gestione delle filiere agro-alimentari, rivolte verso un modello di business-as-usal, inadatto a garantire la sicurezza alimentare. Recentemente, il World Food Programme (WFP) ha affermato che le persone che soffrono la fame potrebbero raddoppiare a causa della pandemia e che l’impatto economico potrebbe spingerne milioni verso la malnutrizione.

Per quanto la Toscana, come l’Italia, sia un importatore netto di prodotti agricoli, soprattutto beni intermedi destinati alla trasformazione, e una larga parte di prodotti agricoli freschi provenga da altre regioni (in particolare ortofrutta), in questi mesi la sicurezza alimentare non è stata mai a rischio, garantita, tra l’altro, da un mercato europeo che ha basato l’intera politica comune sulla valorizzazione della propria agricoltura e sulla sicurezza alimentare dei propri cittadini. Tuttavia, la Grande Recessione del 2008 ha dimostrato che i cambiamenti di reddito possono determinare importanti variazioni nella composizione della dieta, peggiorandone la varietà e l’apporto nutrizionale (Bonaccio et al., 2018). Inoltre, l’impatto sulle abitudini di consumo alimentare varia a seconda del livello di reddito, colpendo maggiormente i decili più bassi della distribuzione (IRPET, 2018).  Nel caso dell’attuale crisi, il lockdown ha comportato, in un primo momento, un aumento dei consumi domestici e, successivamente, un rallentamento come reazione all’effetto scorta dei mesi precedenti. Le indagini condotte da ISMEA (2020; 2020a; 2020b) mostrano alcuni movimenti negli acquisti, per es. lo spostamento dal fresco verso prodotti meno deperibili o dai preparati industriali verso ingredienti da utilizzare nelle preparazioni domestiche. (…)

FEASR Att. 3 Analisi_comparto_agri_20

Autore: Sara Turchetti e Simone Bertini (coordinatore), con la collaborazione di Leonardo Ghezzi, Paolo Chini, Maria Luisa Maitino, Valentina Patacchini

Dicitura Bibliografica: IRPET, 2020