Sanità regionale e domanda di mobilità
Questa attività è svolta nell’ambito della collaborazione con Regione Toscana e Agenzia di coesione Nucleo di Valutazione CPT. Lo studio è stato curato da Lisa Grazzini (Università di Firenze), Patrizia Lattarulo (IRPET), Marika Macchi (Università di Firenze).
Le autrici desiderano ringraziare il dott. Silvano Castangia (Regione Sardegna), per i preziosi consigli alla prima stesura del lavoro.
L’evento pandemico ha rimesso in discussione non solo l’organizzazione sanitaria a livello nazionale ma, soprattutto, la capacità di risposta e i modelli organizzativi delle singole Regioni. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (da ora in poi PNRR), che oggi rappresenta il principale strumento della politica di sviluppo del sistema sanitario, ha evidenziato non solo la necessità di aumentare la dotazione infrastrutturale delle regioni più deficitarie, ma anche la necessità di colmare gli squilibri territoriali con un’attenzione particolare alla medicina di prossimità. Questo lo si può leggere negli investimenti destinati alle case della salute, alla telemedicina e al rafforzamento della continuità assistenziale.
Queste diseguaglianze territoriali tra regioni e, come vedremo, a volte perfino tra province o aree vaste, oltre a minare il principio di equità, concorrono alla creazione della mobilità sanitaria, ossia l’attivazione di flussi migratori che portano la popolazione a scegliere un percorso di cure in regioni diverse da quelle di residenza. (…)
Autore: Lisa Grazzini (Università di Firenze), Patrizia Lattarulo (IRPET), Marika Macchi (Università di Firenze)
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Dicitura Bibliografica: IRPET, 2022