Benessere

Benessere sociale e individuale come nozioni e grandezze multidimensionali

Il benessere è una grandezza multidimensionale: è legato a molti indicatori che descrivono i diversi aspetti che influenzano la qualità della vita, aspetti che per essere misurati occorre collegarli ad una serie di variabili quantificabili statisticamente.

 

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Costruire un indicatore unico che sintetizzi tutti questi aspetti è un’impresa difficile, l’IRPET si è occupato recentemente di creare tale unico indicatore per classificare le province e le regioni italiane.

 

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Le più recenti indagini condotte dall’IRPET e separatamente i risultati delle graduatorie provinciali di benessere pubblicate annualmente dal Sole24ore mostrano una netta differenziazione delle posizioni tenute dalle province toscane se queste si osservano tenendo esclusivamente conto del PIL oppure facendo riferimento ad un indicatore sintetico di benessere. Gli indicatori utilizzati allo scopo, aggregati in un indice sintetico mostrano una graduatoria delle province italiane che rispetto a quella creata utilizzando esclusivamente il prodotto interno lordo vede le province toscane migliorare nettamente la propria posizione. Rispetto alle altre regioni, la Toscana occupa il 9° posto della graduatoria nazionale in termini di PIL per abitante mentre sale al 2° posto in base all’indice aggregato di benessere. Nel complesso, quasi tutte le provincie toscane migliorano la posizione che hanno in termini di PIL rispetto al resto d’Italia. Gli aspetti che condizionano il benessere e le condizioni di vita sono molteplici ed assumono un peso (sul benessere) che può essere determinato solo soggettivamente. Descriviamo di seguito tali aspetti indicando la posizione toscana rispetto alle altre regioni.

 

Reddito e ricchezza

Il reddito a disposizione per il consumo è sufficientemente elevato collocando la Toscana non solo tra le regioni più ricche d’Italia, ma anche d’Europa.

 

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Certo la distanza dalle aree più ricche è significativa: in Lombardia il reddito procapite è tra i più alti d’Europa (ed è circa l’8% in più del dato toscano). L’aspetto più positivo è rappresentato dalla distribuzione del reddito tra le famiglie che rivela in Toscana un equilibrio migliore che altrove: il merito di questa maggiore equiripartizione è dovuto, alla bassa concentrazione dei redditi da capitale ed alla funzione perequativa che viene esercitata al livello della Pubblica Amministrazione e dalle famiglie.

 

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La povertà non è un fenomeno grave in Toscana sia per il numero di persone interessate che per dimensione media dei loro redditi. L’incidenza della povertà relativa misurata dalla percentuale di famiglie che consumano meno della media procapite regionale è collocata in Toscana intorno al 6%. Una percentuale non elevata in considerazione anche del fatto che la distanza del reddito di queste famiglie rispetto alla soglia di povertà è più bassa che altrove: il reddito medio delle famiglie più povere è infatti superiore a quello delle regioni del Nord del paese.

 

Stato di salute e sanità

Il tasso di mortalità standardizzato (che non tiene conto della struttura per età) della Toscana è leggermente superiore al 6%, tra i più bassi in Italia (una posizone migliore la occupano Marche, Umbria, Abruzzo ed Emilia), Questa eccellente posizione dipende, in parte dal buon stato di salute, riconducibile anche ad aspetti climatici o legati agli stili di vita; (caratteristica che contraddistingue le regioni dell’area mediterranea rispetto alle altre regioni europee). In parte è anche legato ad una buona politica di prevenzione sanitaria e sociale che contribuisce ulteriormente all’abbassamento dei tassi di mortalità (sia generici che specifici).

 

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Le prestazioni sanitarie sono infatti di buon livello, come testimoniano i bassi livelli della mortalità evitabile e dell’indice di inefficacia del sistema sanitario. D’altro canto occorre precisare che la struttura per età della popolazione incide in modo rilevante sulla mortalità e la Toscana, regione a basso tasso di natalità ed età media elevata, mostra indici assoluti di mortalità elevati, in quanto dipendenti dall’elevata quota di anziani sulla popolazione.

 

Ambiente

Dal punto di vista ambientale la Toscana è caratterizzata da una buona sensibilità sociale e politica, i problemi tuttavia esistono, specie nelle città a maggiore densità demografica dove il consumo di carburanti per trasporti e riscaldamento raggiunge livelli di guardia. Inoltre, le pressioni ambientali (consumi energetici, idrici, produzione di rifiuti) sono nella nostra regione, come in tutti i paesi industrializzati, molto forti. Tuttavia, esse sono commisurate alle dimensioni demografiche ed economiche della regione. Il giudizio che emerge per la Toscana è estremamente positivo e la colloca, con l’unica eccezione della sicurezza e stabilità, tra le migliori regioni italiane. Per maggiori informazioni è disponibile nella sezione “Ambiente e Territorio” del Sito una descrizione della condizione ambientale della Toscana.

 

Sicurezza e Criminalità

più controverso, invece, il quadro della criminalità. Se è vero che essa ha in Toscana manifestazioni contenute per quel che riguarda i delitti più gravi (ed in linea con quelli delle altre regioni relativamente ai reati meno gravi), l’aumento della preoccupazione per la criminalità che caratterizza l’opinione pubblica italiana e toscana, trova un effettivo riscontro nei dati relativi alle denunce di omicidi, rapine e furti che mostrano una dinamica crescente per tutti gli anni ‘90. Inoltre, dal 1993 ad oggi, è aumentato del 40% il numero di famiglie che considera la propria zona a rischio di criminalità. Si tratta di una insicurezza che ha più di una causa. In primo luogo vi è l’aumento di alcuni reati specifici come ad esempio lo spaccio di stupefacenti e il furto nelle abitazioni.

 

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Ma vi sono anche ragioni soggettive, come una minore attenzione verso altre linee di frattura sociale interne alla società (disuguaglianze di classe, conflitti sindacali, ecc) o l’identificazione dei protagonisti delle azioni criminali con i cittadini stranieri, percepiti come diversi e per questo particolarmente minacciosi. E’ probabile, quindi, che l’aumento del senso di insicurezza sia giustificato solo in parte e che rifletta anche una maggiore propensione dei cittadini a denunciare i delitti subiti oltre che essere il risultato della crescita reale di alcuni reati.

 

Istruzione

Il livello di istruzione in media non è molto alto: rispetto alle altre regioni europee le distanze sono spesso elevate (anche se sono legate soprattutto alle generazioni più anziane), ma le differenze sono riscontrabili anche rispetto alle regioni italiane. Ad esempio, gli anni medi di scolarizzazione – ottenuti moltiplicando il grado di istruzione per la durata legale degli studi – sono in Toscana pari a (9,6): inferiori a quelli riscontrati nel Lazio (10,3), in Umbria (9,9), in Emilia Romagna e Lombardia (9,8).

 

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Inoltre i giovani, pur manifestando una elevata partecipazione scolastica, sperimentano una contraddizione fra elevati titoli di studio e qualità occasioni di lavoro. A questo proposito emergono significative differenze interne alla regione: nelle aree urbane c’è una certa corrispondenza fra studi e possibilità di impiego; nelle aree di piccola impresa le opportunità occupazionali sono numerose e si associano ad una precoce interruzione degli studi dopo la scuola dell’obbligo; nelle aree meno sviluppate (o con tradizioni di grande impresa) lo studio è invece talvolta il segnale della difficoltà a trovare lavoro ed assume la forma di un vero e proprio parcheggio. Questa situazione è preoccupante, da un lato, perché la conoscenza che deriva dall’istruzione è un valore in sè, indipendentemente dalla possibilità di trovare un lavoro subito, dall’altro perché con il passare degli anni le stesse opportunità di lavoro, la soddisfazione lavorativa, i livelli retributivi ritornano ad essere direttamente correlati col titolo di studio. Una scelta tutta finalizzata sul lavoro presto e vicino potrebbe dunque essere controproducente, certamente dal punto di vista culturale, ma probabilmente anche dal punto di vista della soddisfazione del lavoro nell’arco dell’intera vita.

 

Occupazione

La disoccupazione ha raggiunto anche in Toscana livelli molto bassi, tuttavia, più alti di quelli esistenti nelle regioni del Nord. ciò non è l’espressione di difficoltà generalizzate quanto della presenza di alcune realtà territoriali in cui trovare lavoro è in generale più difficile e lo è in modo particolare per i giovani e le donne. Quindi i problemi occupazionali appaiono circoscritti ad alcuni luoghi e ad alcune categorie assumendo in essi dimensioni rilevanti. La accresciuta flessibilità del lavoro impedisce tuttavia di fornire una valutazione sintetica su questo fenomeno basandosi sul solo tasso di disoccupazione; se così fosse, pur con i problemi sopra richiamati, il quadro complessivo sarebbe molto positivo: in fondo la disoccupazione in meno di un decennio si sarebbe ridotta di oltre il 3%, che equivale a circa 50 mila disoccupati in meno. Per maggiori informazioni è disponibile nella sezione “Occupazione in Toscana” del Sito una descrizione della condizione occupazionale della Toscana.

 

Cultura

Altro indicatore che indirettamente fornisce una valutazione del benessere e della qualità della vita è l’uso del tempo libero dedicato alla cultura. La Toscana, dal punto di vista culturale ha un panorama di offerte invidiabile dalla maggior parte delle regioni italiane principalmente in termini di opere artistiche. In Toscana sono presenti oltre 390 musei, oltre il 10% dei musei presenti in Italia, un patrimonio in cui sono impiegate poco più di 2.600 persone e che ogni anno richiama circa 6 milioni di visitatori (più del 20% dei visitatori di musei italiani). Seconda solo al Lazio per presenze assolute di visitatori nei monumenti d’arte, è prima per quanto riguarda la presenza media per istituto con oltre centomila ingressi annuali. Firenze, tra le città d’arte toscane, fa la parte del leone attirando oltre 1 milione di visitatori nella galleria dell’Accademia ed oltre 1 milione e mezzo nella galleria degli Uffizi.

 

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Con un offerta di oltre 9.000 rappresentazioni teatrali distribuite tra i 180 teatri presenti nel territorio e con un numero di addetti di poco inferiore a 14.000 è la quinta regione per numero assoluto di biglietti venduti, la spesa media procapite è di poco oltre 9 euro, ciò pone la Toscana in seconda posizione nella ripartizione dell’Italia centrale, preceduta solo dalla regione Lazio, considerando il numero procapite di biglietti venduti.