LA CONGIUNTURA DEI SETTORI CULTURALI. Ancora crescita, ma con una prospettiva di mancanza di dati e incertezza diffusa

Osservatorio regionale della Cultura. Nota 2/2025 | A cura di S. Iommi, elaborazioni statistiche di D. Marinari

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Questa nota avrebbe come obiettivo di evidenziare l’andamento congiunturale dei settori culturali, il cui ruolo economico e sociale è molto rilevante per una regione come la Toscana (ma più in generale per l’Italia), in cui il turismo culturale rappresenta un motore di sviluppo molto importante.

Purtroppo, però, come il condizionale del verbo iniziale lascia trapelare, seguire con tempestività l’evoluzione dei settori culturali è missione sempre più difficile a causa della limitatezza delle fonti informative e del ritardo con cui vengono aggiornate. In particolare, si deve segnalare che le tradizionali rilevazioni ISTAT sui settori culturali, fino a poco tempo fa a cadenza annuale anche se pubblicate con almeno due anni di ritardo, assumono per il futuro una cadenza triennale. Così accade ad esempio, alla rilevazione sui musei e a quella sulle biblioteche, il cui ultimo dato rilevato da ISTAT per le strutture non statali è relativo all’anno 2022, mentre la prossima rilevazione è programmata per il 2026, mentre la pubblicazione dei dati sarà necessariamente successiva. Nelle annualità intermedie, dunque, è disponibile solo il dato di fonte ministeriale, condiviso con ISTAT, relativo ai musei statali e agli archivi statali. Per la parte spettacolo, è stata avviata una collaborazione più stretta fra MiC, SIAE e ISTAT, ma anche in questo caso i tempi di pubblicazione dei dati risultano piuttosto rallentati. Dal dicembre 2023 il MiC ha rilanciato la pubblicazione del report Minicifre della Cultura, una raccolta dei principali dati statistici di settore, che era stata realizzata nel periodo 2009-2014 e poi sospesa. Al momento, tuttavia, è disponibile solo l’edizione 2023, con dati relativi al quinquennio 2018-2022, mentre è annunciata per l’autunno la pubblicazione dell’edizione 2024, con dati relativi al triennio 2021-23. Sono pertanto molto limitate le fonti di dati cui possiamo accedere per avere una misura degli andamenti dell’anno 2024. 

Alla carenza di fonti dati aggiornate si aggiungono alcune dinamiche del sistema economico più generale e dei settori culturali nello specifico che creano incertezza e non favoriscono dunque il consolidamento delle attività culturali. La domanda di cultura e intrattenimento, come è noto, è sostenuta da tre diverse componenti, quella legata alle presenze turistiche, quella derivante dalla popolazione residente e quella sostenuta dagli enti pubblici, che riconoscono la natura di bene meritorio dei consumi culturali, consumi cioè da sostenere per le ricadute positive che hanno in termini di benessere individuale e collettivo. Tutte e tre le componenti di domanda citate presentano attualmente alcune criticità. La domanda turistica di provenienza internazionale è minacciata dalla persistenza di alcuni conflitti geopolitici e dal passaggio da una politica di scambi commerciali aperti ad una progressiva chiusura protezionistica, che agendo sui prezzi di alcuni servizi o anche sui cambi monetari, può rendere più costosi (e dunque meno accessibili) i viaggi e i soggiorni in alcune destinazioni. La domanda interna, oltre che dei fattori già citati, risente della progressiva erosione del reddito disponibile, che implica il contenimento di alcune spese, a partire da quelle non essenziali quali quelle culturali e di svago. Infine, la domanda espressa dal settore pubblico, di solito nella forma del sostegno ai produttori culturali, trova elementi di freno sia nel progressivo contenimento dei bilanci degli enti locali, la cui azione è tradizionalmente rilevante per il settore, sia nelle riforme in corso dei principali strumenti di finanziamento di competenza del MiC, a partire dal tax credit per le produzioni cinematografiche per arrivare ai criteri di valutazione dell’attività teatrale, che creano incertezza e una forte preoccupazione da parte degli operatori di settore, come riportato dalle ultime notizie della stampa.    Per il momento, tuttavia, i dati fino al 2023-24, relativi sia al lato della domanda (visitatori, utenti) che all’occupazione sono tendenzialmente positivi, specialmente per i settori più sensibili alla domanda turistica internazionale (musei e monumenti, alcuni eventi), pur non avendo del tutto recuperato i livelli pre-pandemici. Il settore delle biblioteche, in cui è preponderante il ruolo degli enti locali, è sostanzialmente statico: non è stato del tutto recuperato il livello di domanda del 2019 e la dinamica dell’occupazione è frenata anche dai vincoli sulla spesa pubblica locale. È positivo invece il trend dell’industria editoriale. Le proiezioni cinematografiche in sala confermano la crisi strutturale dovuta al salto tecnologico che ha portato all’affermazione dell’offerta su piattaforma digitale, mentre le produzioni audiovisive si mantengono in espansione, secondo i dati SIL sull’occupazione al 2024. Esiste il rischio, tuttavia, che la tendenza possa invertirsi nei prossimi mesi a causa delle condizioni di incertezza descritte.

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