Nota di lavoro 31/2024 di C. Agnoletti, C. Ferretti e L. Piccini
Il tema degli squilibri territoriali, declinato in termini di spopolamento di alcune aree e di maggiore concentrazione di abitanti in altre, cattura da tempo l’interesse di ricercatori e di decisori pubblici. Il tema è di rilievo per le molteplici conseguenze connesse all’ulteriore polarizzazione demografica. Tra le principali ricordiamo, nelle aree di spopolamento, l’assottigliamento della base demografica attiva e fertile, il calo dei redditi e dei consumi, l’abbassamento delle soglie di sostenibilità della presenza di servizi, il venir meno della funzione di presidio umano e l’aumento della fragilità territoriale. Per contro, nelle aree a maggiore concentrazione di popolazione, il sopraggiungere di fenomeni di congestione, con le implicazioni peggiorative sulla qualità della vita che questo comporta.
A fronte della consapevolezza degli effetti perversi che una crescente polarizzazione demografica può determinare, ad oggi non è stata ancora fatta abbastanza chiarezza sul ruolo che alcune infrastrutture, specie quelle digitali, hanno avuto finora e possono avere in futuro nel contrastare i fenomeni richiamati. In particolare, in questo lavoro ci si è chiesti se la progressiva diffusione delle infrastrutture digitali sia stata in grado di contrastare, o invertire, il fenomeno dell’abbandono e dello spopolamento dei Comuni periferici, con eventuali differenze tra le diverse aree geografiche del Paese.
Muovendo da queste considerazioni, si sono in primo luogo ricostruite le dinamiche demografiche in serie storica dei diversi territori, distinguendo fra poli urbani, cinture e aree più periferiche. Successivamente si è valutato in quale misura l’accessibilità immateriale possa aver rappresentato un disincentivo all’abbandono di alcuni territori periferici italiani. I risultati sono stati ottenuti confrontando, in un approccio controfattuale, tipologie di Comuni appartenenti a categorie omogenee (ottenute sulla base di una serie di covariate geografiche, demografiche ed economiche), che tuttavia hanno sperimentato un diverso grado di infrastrutturazione digitale.