Consegnata la ricerca al committente Confluito in “Il Cultural Planning” di De Martin S. e Sacco P.L. (a cura di), Carocci Pressonline In Toscana le risorse in ambito culturale sono superiori ad altre realtà regionali, sia per disponibilità...
Consegnata la ricerca al committente
Confluito in “Il Cultural Planning” di De Martin S. e Sacco P.L. (a cura di), Carocci Pressonline
In Toscana le risorse in ambito culturale sono superiori ad altre realtà regionali, sia per disponibilità della pubblica amministrazione quanto per spesa dei privati, sponsorizzazioni bancarie e spesa turistica. Questo maggior impegno è dovuto alla ricchezza del patrimonio -quindi all’elevato costo della tutela e della manutenzione- ma è anche il risultato di una diffusa attenzione all’offerta culturale a scala locale, tanto che i consumi collettivi per attività ricreative e culturali (una categoria più ampia della sola cultura) pro capite sono pari a 113 nel 2003, posto la media italiana pari a 100.
L’amministrazione comunale è, in particolare, l’ente più direttamente chiamato a operare sul territorio, tanto che il contributo di questo ente è pari al 60% della spesa pubblica per attività ricreative e culturali. La spesa pro capite dei comuni toscani media degli anni 2002/2004 è di 59 euro (65% in conto corrente), di cui 36 destinati alla gestione corrente e 23 agli investimenti. La realtà toscana è maggiormente rivolta all’impegno in questo ambito rispetto ad altre aree del Paese, dal momento che spende risorse per il 50% in più della media italiana. Nel Paese il 3,5% del bilancio viene destinato a questo capitolo di spesa, in percentuali simili per conto corrente e conto capitale, contro il 5% della Toscana. Se sono i grandi comuni a spendere gli importi maggiori in cultura (Siena e a seguire i capoluoghi dell’area metropolitana della Toscana centrale Firenze Prato e Pistoia), cifre crescenti nel tempo vengono impegnati dai comuni di medio piccole dimensioni e dai comuni economicamente legati a settori produttivi diversi (industria e commercio). L’attenzione alla spesa culturale è quindi ampia e diffusa sul territorio. Ci si chiede però se, in un momento di difficoltà di crescita, le amministrazioni non pongano una eccessiva fiducia nella capacità attrattiva dei flussi turistici e nelle potenzialità di questa risorsa a fini di riconversione economica.