Il settore agricolo regionale si presenta, nel complesso, solido nelle sue attività più caratteristiche, dopo un significativo processo di ristrutturazione degli anni 2000. Confermando una tendenza ormai pluridecennale, l’importanza delle produzioni...
Il settore agricolo regionale si presenta, nel complesso, solido nelle sue attività più caratteristiche, dopo un significativo processo di ristrutturazione degli anni 2000. Confermando una tendenza ormai pluridecennale, l’importanza delle produzioni delle coltivazioni legnose ha continuato a crescere. Una crescita in valore è stata registrata anche nelle attività secondarie, che ormai rappresentano un vero e proprio comparto strategico per l’agricoltura regionale, caratterizzato da un alto livello di qualificazione anche rispetto alle altre regioni.
Non mancano tuttavia aspetti che richiederanno una attenta riflessione, come la forte perdita di superfici a prato pascolo e il permanere di un elevato grado di senilizzazione del lavoro agricolo. La stima della crescita del valore aggiunto prodotto dall’agricoltura è da attribuire per la quasi totalità all’effetto delle variazioni di prezzo. L’andamento sfavorevole della ragione di scambio a partire dal secondo trimestre dell’anno in corso, tuttavia, potrebbe mettere in discussione questa previsione.
La realizzazione del Censimento Generale dell’Agricoltura consente una valutazione della dinamica strutturale recente dell’agricoltura regionale. I dati provvisori diffusi dall’ISTAT mostrano un’agricoltura in movimento, con luci ed ombre. Il tessuto aziendale si è evoluto verso dimensioni più efficienti anche grazie ad una incrementata mobilità della terra attraverso i contratti di affitto. Una ristrutturazione confermata anche dal confronto con le altre regioni nell’evoluzione del valore aggiunto agricolo: nel corso degli anni 2000 la Toscana è stata la sola regione con la migliore dinamica in termini di efficienza tecnica nell’uso degli input, confermando anche una certa competitività nel migliorare la forbice tra i prezzi dei prodotti e quelli dei fattori. Un indicatore positivo è rappresentato anche dalla tenuta delle superfici a colture arboree e vitate, segno di un processo di specializzazione delle produzioni nella logica dei vantaggi comparati e della stabilizzazione degli allevamenti bovini e suini, dopo il processo di forte ridimensionamento subito nell’ultimo ventennio del secolo scorso.
I dati censuari mostrano tuttavia anche alcuni aspetti insoddisfacenti. La superficie agricola utilizzata nel complesso è diminuita a tassi che sono fra i più alti a livello italiano. In particolare si sono ridotte le superfici a maggiore valenza ambientale, come quelle a prato pascolo, che dopo il 2013 potrebbero essere strategiche nel greening della PAC riformata.
ISBN 978-88-6517-035-9