Economia

L’economia della Toscana

Il prodotto interno lordo (PIL) della Toscana, corrisponde al 6,80% del totale italiano ed intorno a questa quota si collocano anche le altre voci che concorrono a determinare il conto delle risorse e degli impieghi della regione (importazioni dall’estero, consumi delle famiglie, consumi collettivi, investimenti fissi lordi).

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La Toscana è una regione aperta al commercio internazionale con una quota delle esportazioni toscane sul totale dell’export italiano intorno al 7.5%. Il settore della moda ed il metalmeccanico sono quelli a maggior apertura verso l’estero, seguite dal settore orafo (presente nelle altre manifatture).

 

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Il Prodotto interno lordo per abitante è più basso rispetto a quello di altre aree del paese (in particolare Trentino, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia): negli ultimi anni la Toscana si è collocata nella graduatoria basata sulla ricchezza procapite tra l’ottavo ed il decimo posto, con un dato che la pone al di sopra della media nazionale.

 

I sistemi trainanti

Il sistema economico toscano si caratterizza per alcune peculiarità: accanto a settori che pesano in una misura analoga o leggermente inferiore a quella che caratterizza nel complesso l’economia italiana, vi sono settori che in Toscana incidono in termini molto più netti. E’ il caso, soprattutto, del sistema moda (tessile, abbigliamento, pelli) che occupa il 5.3% delle unità di lavoro regionali, mentre in Italia incide per il 2.0%; ma è il caso, anche, del settore commercio, alberghi e pubblici esercizi (con un rilevantissimo 17.0%), che segnala evidentemente l’importanza che il turismo riveste per una regione come la Toscana. Inferiore, invece, l’incidenza di altri settori produttivi, come le costruzioni, i comparti dei servizi privati e l’agricoltura.

 

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Nell’ambito dei settori manifatturieri quelli che presentano un indice di specializzazione superiore a quello italiano oltre al settore conciario a quello tessile e dell’abbigliamento, spiccano le altre industrie manifatturiere che racchiudono l’orafo ed il settore della produzione di mobili. La specializzazione manifatturiera è variamente distribuita nel territorio regionale.

 

Distretti industriali (deliberazione consiliare n.69/2000)
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Infrastrutture

L’economia toscana può avvalersi di una buona dotazione infrastrutturale: la densità della rete ferroviaria e stradale mostra livelli analoghi a quelli medi nazionali; il trasporto marittimo di merci e di persone copre oltre l’11% del traffico complessivo nazionale; mentre i due principali aeroporti toscani (Pisa e Firenze), pur coprendo una quota ancora modesta del traffico aereo italiano hanno registrato, negli ultimi anni, un significativo incremento del movimento di passeggeri.

 

Export

Accanto al turismo, l’altro grande fattore di apertura internazionale della Toscana è dato dalla grande importanza del commercio estero e dalla forte proiezione sui mercati mondiali del sistema produttivo regionale sebbene negli ultimi anni abbia risentito della concorrenza internazionale dei paesi emergenti. La Toscana copre circa il 7% delle esportazioni italiane, la quota destinata ai paesi dell’Unione Europea è pari al 48% del totale export contro il 55,5% dell’Italiano. In particolare spiccano lei quote di export verso la Germania (il 13% dell’export totale), verso la Francia (il 10,8% del totale) e verso il Regno Unito (7%), verso l’europa orientale pesano complessivamente intorno all’11% delle esportazioni complessive. Oltre il 17% delle merci esportate dalla Toscana si rivolgono al mercato statunitense (a fronte della quota dell’11% dell’Italia). Tra le restanti aree internazionali Sud Amerca, Medio oriente e Giappone pesano insieme circa l’11% delle esportazioni complessive.

 

Turismo

Un grande canale di apertura internazionale per una regione come la Toscana, ricca di arte e di cultura, ma anche di uno straordinario contesto ambientale, è naturalmente quello del turismo: In toscana si registrano ogni anno presenze turistiche pari a circa l’11% delle presenze italiane nelle strutture ricettive nazionali; allinterno di questi dati, per i turisti stranieri questa percentuale arriva al 12%. Le cifre sono eloquenti: circa 11.5 milioni di arrivi (5.8 di stranieri) e 41.5 milioni di presenze (di cui 20 milioni di stranieri). I posti letto complessivamente disponibili in Toscana sono circa 480 mila, pari al 10,5% della capacità ricettiva nazionale. Questi dati collocano la Toscana ai primi posti, tra le regioni italiane, insieme a Veneto, Trentino ed Emilia, sia per numero di arrivi che nelle presenze. Tre paesi europei (Germania, Austria e Svizzera) coprono il 40% delle presenze turistiche straniere in Toscana: dagli Stati Uniti e dal Canada giunge circa il 13% dei turisti, mentre rilevanti sono le quote della Francia, dell’Olanda e del Belgio e del Regno Unito (ciascuna intorno al 7% delle presenze) e quella del Giappone (6%).

 

L’ apporto del sistema moda

Se analizziamo le categorie merceologiche che compongono le esportazioni toscane, ritroviamo naturalmente il primario apporto del sistema moda: pelli conciate, pelletteria, filati, tessuti, maglieria, abbigliamento e calzature coprono circa il 30% delle esportazioni di beni. Accanto al complesso delle produzioni legate alla moda, da segnalare il ruolo dei vari settori della meccanica, della metallurgia e dei mezzi di trasporto, che insieme giungono anch’essi a rappresentare un terzo delle esportazioni toscane. Per quanto riguarda le importazioni, viene una conferma della notevole apertura extra-europea dell’economia toscana circa la metà dell’import toscano proviene dai paesi diversi dell’Unione Europea.

 

Il sistema delle piccole e medie imprese

Dai dati relativi al commercio internazionale della Toscana emerge dunque la grande ricchezza e varietà del sistema economico regionale, ma anche l’esistenza di alcuni peculiari punti di forza che esso, in alcuni settori, possiede. Lo sviluppo industriale della Toscana è stato in larga misura fondato sui sistemi locali di piccole e medie imprese, anche se rilevante è stato, e continua ad essere, il ruolo delle grandi imprese, oggi soprattutto metalmeccanica (a Firenze, Pistoia, Pontedera).

 

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ciò che ha caratterizzato il processo di industrializzazione non è stata tanto in sè la prevalenza delle imprese minori, quanto il fatto che centinaia di piccole e piccolissime imprese hanno fatto sistema, hanno cioè costruito un insieme localizzato di attività produttive, tra loro fortemente integrate, radicate in un determinato contesto territoriale, che da questo radicamento locale hanno tratto forza e alimento, valorizzando le peculiari risorse che la società locale possedeva. Ad ogni centro o area della regione corrisponde una specializzazione economica (si veda la figura seguente, dove sono indicate le maggiori localizzazioni produttive all’interno della regione): dal tessile di Prato alle concerie del Valdarno inferiore; dai mobili di Poggibonsi, Cascina e Quarrata, all’abbigliamento e alla pelletteria dell’empolese e dell’area fiorentina; dalle calzature della Val di Nievole e della provincia lucchese all’industria orafa aretina. E accanto ai sistemi locali di piccola impresa, il perdurare di antiche tradizioni artigianali, dall’alabastro di Volterra ai cristalli di Colle Valdelsa; e la presenza della grande industria meccanica a Firenze, a Pontedera, a Pistoia; o ancora, l’estrazione e la lavorazione del marmo a Carrara. Insomma, un panorama vario, che colloca stabilmente la Toscana tra le regioni industriali forti del nostro paese; tra le regioni ricche, come mostrano le statistiche sul reddito, ed anche tra le regioni a più elevata qualità della vita, come mostrano le classifiche periodicamente stilate.