Articolo di S. Duranti sul n. 35/2024 della rivista Nautilus
Nonostante i giovani rappresentino una risorsa relativamente scarsa nel nostro Paese, ancora oggi molti di loro restano esclusi dai circuiti scolastici, formativi e lavorativi. Si chiamano NEET, acronimo dall’inglese Not in Education, Employment or Training, e secondo gli ultimi dati Istat in Toscana sono circa 55mila, ovvero l’11% dei giovani tra 15 e 29 anni, percentuale che sale al 16% per l’Italia.
Nel dibattito pubblico i NEET vengono spesso dipinti come giovani “sdraiati”, demotivati e disinteressati, ma il fenomeno è molto più ampio e variegato: si va dal neolaureato o neodiplomato che sta attivamente cercando un lavoro in linea con le proprie aspettative, fino al giovane uscito precocemente dagli studi, che non dispone delle competenze necessarie per entrare nel mercato del lavoro ed è a rischio marginalità. Ma tra i NEET troviamo anche le persone che non lavorano per scelta, ad esempio per dedicarsi alla famiglia, o coloro che vivono di lavoretti saltuari, collocandosi nell’area grigia tra precarietà e disoccupazione.
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