Trimestrale di informazione dell'Osservatorio regionale del Mercato del lavoro
IL QUADRO D’INSIEME
In Italia, nel primo trimestre del 2025, “l’input di lavoro, misurato dalle ore lavorate, è aumentato dell’1,0% rispetto al trimestre precedente e dell’1,1% nei confronti del primo trimestre 2024. Nello stesso periodo il Pil è cresciuto dello 0,3% in termini congiunturali e dello 0,7% in termini tendenziali”.
Nel primo trimestre del 2025, così come nel corso del 2024, il mercato del lavoro in Toscana è stato caratterizzato dal calo delle assunzioni e dal conseguente rallentamento del ritmo di crescita: 27mila le nuove posizioni lavorative create contro le 31mila dello stesso periodo 2024 (-10,7%). La diminuzione delle assunzioni è diffusa tra i settori, tuttavia i servizi di alloggio e ristorazione hanno contribuito in modo importante, dato il loro peso, al risultato complessivo. Anche buona parte delle attività manifatturiere presenta variazioni negative seppure con intensità maggiore per il comparto della moda. Gli addetti dipendenti sono, comunque, ancora in crescita seppure a un tasso più contenuto, +1,9% (era +3,1% nel primo trimestre dell’anno scorso), trainati dall’occupazione a tempo indeterminato, grazie soprattutto all’aumento delle trasformazioni, mentre calano apprendisti e contratti a termine. Tra i settori la manifattura registra l’aumento più contenuto e, al suo interno, il Made in Italy perde dipendenti con diminuzioni significative per le lavorazioni legate alla pelle. Gli aumenti più consistenti interessano la produzione di macchine e apparecchi meccanici e elettrici, l’industria alimentare e la farmaceutica. Nel terziario i servizi turistici sono ancora in aumento seppure con minore intensità rispetto al primo trimestre 2024 e appaiono in difficoltà i sistemi locali del turismo balneare. L’indagine ISTAT sulle Forze di Lavoro descrive una dinamica stagnante dell’occupazione complessiva, lavoro autonomo e dipendente, con un numero di occupati uguale a quello del primo trimestre 2024, -31mila uomini e +31mila donne, e un tasso di occupazione tra i 15 e i 64 anni pressoché allo stesso livello: 70,1% contro 69,9%. I disoccupati sono inferiori al valore del primo trimestre 2024 di 4mila unità, dopo due anni con diminuzioni tra -14mila e -24mila, ma solo grazie alla componente femminile, tra gli uomini il tasso di disoccupazione aumenta, probabilmente in conseguenza della difficile congiuntura della manifattura.
Approfondimento
GLI IMMIGRATI IN TOSCANA: PARTECIPAZIONE AL MERCATO
DEL LAVORO, REDDITI, RISCHIO POVERTÀ E ACCESSO AI SERVIZI DI WELFARE
a cura di Donatella Marinari e Letizia Ravagli
I principali dati sul mercato del lavoro per la fascia di età 15-64 anni mettono in evidenza una situazione di svantaggio per i lavoratori stranieri soprattutto per quanto riguarda i tassi di attività e di occupazione. Il 25% degli stranieri in questa fascia è escluso dal mercato del lavoro, contro il 12% degli italiani. Analizzando i dati per genere, gli uomini stranieri mostrano tassi di partecipazione al lavoro superiori a quelli degli italiani, mentre il 35% delle donne immigrate risulta inattivo, rispetto al 22% delle italiane. Sia le donne che gli uomini stranieri affrontano maggiori difficoltà sul fronte della disoccupazione. Nonostante ciò, il loro apporto al mercato del lavoro regionale è stato significativo: tra il 2008 e il 2023, gli occupati tra i 20 e i 64 anni sono aumentati di 41mila unità (+2,7%), una crescita dovuta interamente agli stranieri (+47mila), mentre tra gli italiani si registra una diminuzione di 6mila. Gli stranieri sono spesso impiegati in pochi settori caratterizzati da salari modesti e un elevato rischio di occupazione poco qualificata, instabile e con orari ridotti. Tali condizioni si riflettono anche sui redditi da lavoro: nel 2023, un lavoratore straniero tra i 15 e i 64 anni guadagnava in media il 33% in meno rispetto a un italiano. Inoltre, vivono più spesso in famiglie con meno persone occupate e carichi familiari maggiori. Di conseguenza, la quota di famiglie straniere con redditi bassi è superiore, così come l’incidenza della grave deprivazione materiale e sociale (7,5% contro 2,1%) e del rischio di povertà (26,3% contro 7,7%). Pur trovandosi in condizioni economiche più svantaggiate, gli stranieri contribuiscono in misura maggiore degli italiani al finanziamento del Welfare: il saldo fiscale medio per gli immigrati è di 4.965 euro, contro i 1.550 euro degli italiani. Beneficiano maggiormente dei trasferimenti assistenziali (53% contro 33%), ma, una volta considerati i peggiori indicatori socio-economici, non emergono significative differenze nell’accesso ai servizi del Welfare tra italiani e stranieri.
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