“A fronte di previsioni di evoluzione del PIL dal segno negativo nei prossimi anni per molti paesi europei, si assiste ad una continua crescita del commercio mondiale. La crescita del commercio internazionale è stata dell’8% annuo nell’ultimo decennio, ma alcuni paesi registrano tassi di esportazione particolarmente alti, pari anche al 20% annuo (Cina). Si affacciano, inoltre, sui mercati mondiali alcuni paesi emergenti dell’est Europa e del Mediterraneo. Le difficoltà economiche del paese e i vincoli sulla spesa pubblica deprimono, invece, pesantemente la domanda interna. La possibilità di uscire nei prossimi anni dalla crisi sembra, dunque, fortemente condizionata dalla capacità dei nostri territori e delle nostre imprese di inserirsi nella rete di cambi internazionali, tanto attraverso una efficiente dotazione infrastrutturale che una competitiva offerta di servizi. Alle aree urbane, in particolare, la recente letteratura riconosce un ruolo particolare come fattore di crescita con effetti diffusi a tutto il sistema regionale. La capacità da parte delle aree centrali di costituire l’elemento propulsore della crescita attraverso l’offerta di servizi avanzati e specializzati a tutto il territorio è a sua volta condizionata dal sistema dell’accessibilità. Questa viene sempre più garantita, nelle economie moderne, da una rapida ed efficiente offerta di servizi pubblici piuttosto che dalla mobilità privata. Sul piano dell’equità territoriale l’offerta di servizi pubblici è chiamata, ancora una volta, a garantire l’accessibilità alle aree marginali. Da queste considerazioni scaturiscono strategie rivolte alla ottimizzazione della rete infrastrutturale e dei servizi logistici per l’inserimento della regione nei flussi di scambi internazionali; all’equilibrio modale, come fattore di sostenibilità della crescita; all’accessibilità territoriale come fattore di equità e di diffusione dello sviluppo.