Il modello di sviluppo della Toscana, caratterizzato da un’economia manifatturiera aperta sui mercati internazionali attraverso prodotti realizzati prevalentemente all’interno di sistemi locali di piccola impresa, rappresenta molto bene l’intero...
Il modello di sviluppo della Toscana, caratterizzato da un’economia manifatturiera aperta sui mercati internazionali attraverso prodotti realizzati prevalentemente all’interno di sistemi locali di piccola impresa, rappresenta molto bene l’intero modello di sviluppo nazionale. Come nel resto del paese, questo modello ha cominciato a perdere colpi a partire dalla seconda metà degli anni novanta, alimentando la discussione sul presunto declino della nostra economia.
Il presente lavoro entra in questo dibattito cercando di comprendere quali possano essere le cause profonde di tale declino in una regione caratterizzata da un elevato livello di benessere; in particolare si chiede se l’ipotesi – dominante nel dibattito nazionale – che il problema stia proprio nella specificità del nostro modello, ovvero nella dimensione eccessivamente piccola delle imprese e nella loro prevalente specializzazione nelle produzioni più tradizionali, non sia un po’ troppo semplicistica.
Il volume aderisce a un’altra lettura che allarga lo sguardo all’intero sistema produttivo, non solo quindi alle piccole imprese manifatturiere, ma anche al settore dei servizi, a quello delle professioni, della pubblica amministrazione, domandandosi se la perdita di competitività sia, in larga parte, attribuibile anche al fatto che questi settori – spesso al riparo della concorrenza – abbiano agito da freno allo sviluppo della competitività dell’intero paese essendo cresciuti in modo eccessivo e soprattutto su livelli qualitativi non adeguati. Una sorta cioè di zavorra che le imprese manifatturiere, costrette a operare in un ambiente divenuto più competitivo, non sono state più in grado di sopportare.
Ritornare a crescere richiede di rimuovere quindi le molte posizioni di rendita esistenti dal momento che il cammino inerziale porterebbe inevitabilmente verso un declino inarrestabile in cui lo stesso livello di benessere raggiunto sarebbe rapidamente messo in discussione.
L’attuale grave crisi economica rende estremamente attuali queste riflessioni accelerando i tempi in cui tali scelte andrebbero prese.