a cura di S. Iommi, M. L. Maitino e L. Ravagli
Il disagio abitativo dei nostri giorni dipende da difficoltà crescenti dal lato della domanda: in sostanza, esso colpisce persone e famiglie che non hanno risorse economiche sufficienti per poter accedere alla casa.
Non è un fenomeno diffuso, riguarda una parte ristretta della popolazione, ma colpisce questi soggetti in modo acuto. Inoltre, è insidioso perché va a colpire una parte del segmento più dinamico della popolazione, in età attiva e riproduttiva, concentrandosi su giovani, famiglie con minori e immigrati, specialmente su coloro che non possono contare su trasferimenti familiari della ricchezza.
Si tratta quindi di un disagio intrecciato con il fenomeno della povertà e fortemente determinato dalla dinamica del mercato del lavoro.
Obiettivo di questo lavoro è valutare il funzionamento, la platea di riferimento e l’efficacia di tre diversi strumenti regionali di riduzione del disagio abitativo: a) l’edilizia residenziale pubblica -ERP-, qui valutata però limitatamente al funzionamento dei bandi per la selezione dei potenziali beneficiari; b) il fondo per il sostegno al pagamento dei canoni di locazione (ex L.431/98) e c) i due fondi, regionale e nazionale, per il sostegno alle famiglie colpite da sfratto per morosità incolpevole.
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