Consegnata la ricerca al committente La questione decisiva per valutare i lavori flessibili o instabili è il ruolo svolto nella carriera lavorativa di chi li svolge: sono “trampolini” verso posizioni più sicure oppure “trappole” da cui non si...
Consegnata la ricerca al committente
La questione decisiva per valutare i lavori flessibili o instabili è il ruolo svolto nella carriera lavorativa di chi li svolge: sono “trampolini” verso posizioni più sicure oppure “trappole” da cui non si riesce ad uscire se non verso la disoccupazione o l’inattività? E’ perciò necessario adottare un approccio longitudinale al fine di rilevare la situazione dei lavoratori per molti anni. L’indagine presentata in questo volume è una delle poche che finora ha percorso questa strada seguendo la situazione di un gruppo di lavoratori (circa 2.000) per un periodo di tempo di sei anni.
L’indagine mostra in modo evidente come le probabilità di stabilizzazione non aumentino in modo lineare con il passare del tempo, anzi. Trascorso un certo numero di anni da un avviamento con tipologia instabile crescono, al contrario, le possibilità di rimanere invischiati in quelle che sono state definite sequenze occupazionali di tipo “job carousel”, con passaggi fra occupazioni e stati occupazionali diversi, dentro e fuori il mercato del lavoro, o peggio ancora di uscire dalla condizione di occupato verso la disoccupazione o l’inattività. Tali rischi sono risultati particolarmente elevati: per le donne, i non più giovani, i meno scolarizzati, coloro che lavorano con contratti a tempo determinato in settori come alberghi e ristoranti, agricoltura e servizi alle persone, coloro che vivono in sistemi poco strutturati e dinamici, ma soprattutto nei casi in cui si prolunghi oltre un certo limite la durata e/o la sequenza di impieghi instabili nel proprio percorso.