Dopo il rallentamento patito nel 2016, l’export toscano è tornato a correre nel 2017, facendo segnare un +4,2\% rispetto all’anno precedente. Una volta depurata dalla dinamica delle vendite di oro e di prodotti della raffinazione del petrolio, la performance regionale migliora fino a raggiungere il +5,0%.

Questo rafforzamento si inserisce in un quadro di miglioramento della performance nazionale sui mercati esteri (+5,8%), al traino in particolare di Lombardia (+7,5%), Emilia-Romagna (6,7%) e Piemonte (+7,7%). Come nel 2016, quindi, il risultato toscano è stato meno brillante rispetto alla media nazionale. Inoltre, rispetto alla vivace dinamica nel corso della prima parte dell’anno, le esportazioni regionali e nazionali hanno rallentato durante il secondo semestre, complice il sostanziale apprezzamento dell’euro sui mercati valutari.
Le ragioni della dinamica in chiaroscuro delle esportazioni toscane sono da ricercare nei differenti andamenti che hanno caratterizzato alcune produzioni regionali. Oltre al boom dei prodotti farmaceutici (+59,3%), i principali contributi positivi sono arrivati dalla moda, in particolare cuoio e pelletteria (+13,3%) e abbigliamento (+11,7%). Male invece i macchinari (-7,4%) in arretramento ormai da alcuni anni a causa del brusco calo della domanda internazionale di alcuni dei beni di investimento prodotti in Toscana.

Venendo alle aree di destinazione, il più robusto contributo alla crescita delle vendite estere toscane è venuto dai mercati europei, in particolare l’Eurozona (+6,8%), e i paesi europei fuori dalla UE28 (+21,2%). A questi si aggiungono le buone performance su tutti i mercati delle economie BRIC, +15,2%. Dopo anni di risultati positivi, invece, si segnala un brusco arretramento sui mercati nordamericani. Nel caso degli Stati Uniti (-9,7%), se l’apprezzamento dell’euro sul dollaro può aver giocato un ruolo, il maggior contributo al deterioramento della performance toscana è venuto dalla dinamica delle vendite di macchinari (-35,9\%), le cui fluttuazioni hanno origini almeno in parte differenti.
Uno sguardo alla disaggregazione provinciale del dato delle vendite estere mostra come le province di Arezzo (+10,2%) e Firenze (+7,6%) abbiano contribuito a determinare la solidità della performance regionale. Molto robuste anche la dinamiche dell’export di Siena (+23,5%) e Grosseto (+20,1%). Il primo ha fatto registrare una crescita in doppia cifra in tutte le sue produzioni di punta, farmaceutica (+39,8\%) e mezzi di trasporto (+33,0%) su tutte; il secondo ha invece sfruttato la positiva dinamica dell’agroalimentare (+12,1%) e della chimica di base (+34,1%). Molto negativi invece i risultati di Massa-Carrara (-9,2%) e Livorno (-9,7%), a causa delle cattive performance della meccanica e della nautica.

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INFOGRAFICA

Sintesi-5-punti-export

Autore: Tommaso Ferraresi e Leonardo Ghezzi con il contributo statistico di Massimo Donati

Dicitura Bibliografica: Irpet, 2018